PERCORSO PER DISASSUEFAZIONE DA FUMO
LA DIPENDENZA DA NICOTINA
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, da diversi anni, considera il tabagismo una malattia cronica con tendenza alla recidiva e la prima causa di morte prematura evitabile nel mondo.
Ma a tutt’oggi il fumo da sigaretta rappresenta un silent killer ancora sottostimato. Il cancro al polmone, alla cavità orale e faringe, all’esofago, al pancreas, al rene e alle vie urinarie, le malattie cardio-vascolari (ad es. infarto del miocardio, coronopatie, significativo aumento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca), l’ictus cerebrale, l’ulcera gastrica e duodenale, le malattie respiratorie (ad es. bronchite cronica, enfisema, infezioni delle vie respiratorie), le patologie della riproduzione (ridotta fertilità delle donne fumatrici, aumento del rischio di patologia cardiovascolare nelle donne che assumono anticoncezionali orali, aumento del rischio di aborti spontanei, rischio di aumento del cancro del collo dell’utero, aumento del rischio di mortalità perinatale): sono solo alcuni esempi di gravi patologie a cui un fumatore può andare incontro.
La nicotina è la sostanza che fa si che il fumatore cerchi sempre un’altra sigaretta e non riesca a farne a meno. La nicotina a livello cerebrale attiva i recettori acetilcolinergici nicotinici e stimola la produzione di dopamina, provocando una sensazione di benessere e di piacere; tutto ciò spinge il fumatore a ripetere l’esperienza e cioè ad accendere la sigaretta, ecco perché per molti fumatori è così difficile smettere di fumare. Da qui la dipendenza da nicotina. Si fuma per procurarsi il piacere dato dalla nicotina (o per evitare il dispiacere nato dalla sua mancanza) ma, d’ altra parte, questo piacere fisico viene con il tempo associato a momenti di vita individuale e sociale.
Quindi, smettere di fumare è sia combattere con una dipendenza da una sostanza che agisce sul cervello in modo potente, sia cercare di evitare che le abitudini consolidate inducano a ripetere, magari in modo automatico, i gesti del fumare. La dipendenza da tabacco è, pertanto, di tipo bio-psico-sociale e comprende quindi una componente fisica, psicologica e sociale.
METODO COGNITIVO-COMPORTAMENTALE
Il metodo cognitivo-comportamentale per smettere di fumare consiste in un breve percorso di counselling psicologico che mira a lavorare sulla motivazione, sulla consapevolezza di sé, sulla decisione e sul comportamento. Tale intervento utilizza infatti il colloquio psicologico che ha l’obiettivo di rendere più consapevole il fumatore circa la sua motivazione ad intraprendere questo percorso di disassuefazione da fumo e circa il suo atteggiamento nei confronti del fumo; di approfondire le motivazioni che portano la persona ad avvicinarsi al fumo; di lavorare su alcuni comportamenti che aiutano a rimandare il momento del fumo sino ad eliminarlo, e quindi sulla presa di decisione per dire no al fumo.
Questo metodo sottolinea l’importanza e il significato della comprensione (consapevolezza) dei pensieri, emozioni e comportamenti della persona e mira a coinvolgere la persona stessa al fine di responsabilizzarla nel percorso di disassuefazione. Proprio per questo è da intendersi come un percorso destinato a tutti quei fumatori MOTIVATI a smettere di fumare.
BENEFICI DELLA CESSAZIONE DEL FUMO
I benefici sulla salute della cessazione del fumo sono notevoli:
8 ore: l’ossigeno contenuto nel sangue torna a livelli normali
24 ore: i livelli ematici del monossido di carbonio sono fortemente ridotti
2-5 giorni: i sensi del gusto e dell’olfatto migliorano
3 giorni: con il rilassamento del tubo bronchiale è più facile respirare e aumenta la capacità polmonare
1 settimana: ci si accorge di avere più fiato, più forza, più energia
4 settimane: l’attività sessuale migliora
3 mesi: lo stato delle ciglia polmonari inizia a migliorare; la funzionalità polmonare migliora; la tosse cronica inizia a ridursi
3-6 mesi: 1/3 della popolazione che è aumentata di peso ritorna al peso normale
1 anno: l’eccesso di rischio di infarto dovuto al fumo di tabacco risulta ridotto del 50%
5-10 anni: il rischio di ictus cerebrale torna al valore del rischio di chi non ha mai fumato
10 anni: il rischio di sviluppare un cancro al polmone si è ridotto al 30-50% rispetto a quello di coloro che continuano a fumare
10-15 anni: il rischio di morte per tutte le cause è nuovamente simile a quello di chi non ha mai fumato
15 anni: il rischio di coronopatia cardiaca è nuovamente simile a quello di chi non ha mai fumato.
Per informazioni e appuntamenti: Cathia Aldeghi – Psicologa – cell 349 3572072 – e-mail: aldeghicathia@tiscali.it